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Di seguito è riportata la relazione di IdeaLista in merito a Consiglio monotematico in materia di gestione tributaria e finanziaria del Comune di Martina Franca.

Nell’agosto 2011 una serie di scompensi macroeconomici hanno radicalmente sconvolto il quadro della finanza pubblica, centrale e locale. La diagnosi, per quanto impietosa, è sintetizzabile nel concetto “spendiamo più di quanto realmente possiamo permetterci”. 

Il problema della spesa pubblica è, ahinoi, un problema che viene da molto lontano, precisamente dalla metà degli anni ’70, quando lo Stato, pressato dai moti del periodo, destinò sempre più fondi alla spesa sociale, dilatando quella che era la spesa pubblica e dilatando quello che era il ruolo stesso dello Stato.

È pacifico però sostenere che un incremento della spesa pubblica possa esclusivamente essere sostenuto daun incremento contestuale del PIL, mai sotto determinate percentuali. Ma questo, non sempre è avvenuto.

Purtroppo, infatti, nei decenni pregressi, l’Italia ha vissuto diversi periodi di stagnazione economica che hanno determinato l’insostenibilità di far fronte a tali spese con le entrate, inaugurando così la “stagione del debito pubblico” e, nel corso dei decenni, la ben peggiore “stagione del rifinanziamento del debito pubblico”, ovvero l’“indebitamento ulteriore per rifinanziare il debito”.

Ad oggi lo Stato paga infatti cc. 80 miliardi all’anno di interessi sul debito (ed ogni anno cresce sempre più), l’equivalente di ben otto finanziarie “lacrime e sangue” concentrate in un solo anno. Uno spreco.

Nel corso degli anni le variepolitiche economiche messe in atto dai vari governi per metter freno ad un gigante che ogni anno, pedissequamente, divora se stesso, si sono rivelate fallimentari.
È pacifico infatti sostenere (e lo dimostrano gli effetti catastrofici degli ultimi tre anni) che l’inasprimento dell’imposizione fiscale e di quella tributaria comportano un drastico calo dei consumi e, di conseguenza, un gettito inferiore (una delle maggiori entrate statali sono i proventi dell’IVA, di fattocrollati). Un paradosso, ma è quello che è avvenuto. 

Da un’attenta disamina delle esperienze positive a livello internazionale, sono tre le bisettrici cui dar seguito per porre rimedio al circolo vizioso venutosi a creare: INVESTIMENTI nell’INNOVAZIONE, REDISTRIBUZIONE DELLE RISORSE, RIDUZIONE DELLA PRESSIONE FISCALE e TRIBUTARIA.

Ruolo di prim’attori, in un’opera tutt’altro che semplice, sono deputati a svolgerlo i Comuni Italiani che, seppur chiamati a muoversi in un ambito costituzionale ove le competenze sono diffuse e confuse in ossequio al “federalismo all’italiana”, hanno l’onere di favorire ed implementare a livello locale strategie e politiche che rispondano alle tre bisettrici poc’anzi richiamate.

L’ultimo Documento di Programmazione Economica Finanziaria (DEF) vede riconosciuto il contributo positivo dei Comuni Italiani all’opera di risanamento dei conti pubblici, registrando un dato migliore perfino degli enti previdenziali (sebbene poi riduca del 50% gli investimenti, premessa ad ogni politica di crescita).
Il tutto, riducendo la spesa corrente, efficientando i servizi locali e razionalizzando la distribuzione delle risorse. Molti Comuni virtuosi, mantenendo al minimo le addizionali comunali e con una coscienziosa politica di riduzione della spesa, hanno anche limitato e limato la verve impositiva da parte dello Stato.

Alla luce delle premesse considerate, del contesto nazionale e delle strategie esperibili nonché richiamate, possiamo considerare il Comune di Martina Franca, un Comune virtuoso?

1. La spesa per il personale è sì diminuita, ma solamente perché ad essere diminuito è il numero dei dipendenti. Durante la precedente Amministrazione Comunale, infatti, il numero dei dipendenti superava le 200 unità, ad oggi, invece, il numero è di 161 unità. Alla luce di tutto ciò, perché, al contrario, la spesa pro capite per dipendente è passata da 41 mila euro a 50 mila euro?
Il che consiste in un aumento qualitativo della spesa, significa, in nuce, non aver agito per niente sul contenimento della spesa stessa, perché ad un incremento delle unità in organico corrisponderebbe anche un aumento consequenziale del netto della spesa.
Ciò comporta che, a pari numero con le unità del personale delle precedenti Amministrazioni, il costo del personale è aumentato e aumenterà ancora se l’Amministrazione ottemperasse fedelmente al Documento di Programmazione Triennale del Fabbisogno del Personale. In tal caso, la spesa per il personale tenderà sempre a crescere, mai a contrarsi.

Tutto ciò significherebbe inoltre dilapidare il potenziale riorganizzativo che una serie di circostanze, legate al pensionamento di varie figure professionali dell’Amministrazione del Comune, consentono. 
Un nuovo riordino dell’assetto organizzativo, sulle premesse appena ricordate, consentirebbe, difatti, di perseguire al meglio le nuove finalità cui ogni Amministrazione Locale è deputata, quali la valorizzazione delle risorse umane al suo interno, la redistribuzione delle risorse, l’efficientamento delle attività di back office e front office, la razionalizzazione delle risorse stesse ed il contenimento dei costi, tutte finalità che ben si sposano con il concetto di “Amministrazione Digitale”, concetto proposto e promosso da apposito odg da parte dei Consiglieri Comunali di IdeaLista, poi approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale.

Processi di digitalizzazione interni inibiscono il fabbisogno di nuove unità all’interno dell’Amministrazione, rivedendolo al ribasso e determinando quindi un costo inferioreper e del personale.
Le moderne soluzioni “cloud”, oltretutto, promuovono nuovi modelli organizzatori che efficientano il lavoro all’interno della stessa Amministrazione, devolvendo alla rete processi di archiviazione, d’ufficio, di calcolo, di elaborazione, di fatturazione, consentendo l’interoperabilità nei procedimenti interni, garantendone altresì la sicurezza. Il computer diventa così vettore e non più centro di calcolo. Premessa è una valida connessione ad internet e non più la potenza del calcolatore. Il costo di manutenzioni software ed hardware divengono così praticamente inesistenti.
Alla luce di tutto ciò, quando l’Amministrazione intende rendere operativo l’odg presentato da IdeaLista e approvato dal Consiglio Comunale per ridurre i costi ed efficientare i processi al suo interno, nonché promuovere processi innovativi che possano garantire opportunità anche all’esterno?E come giustifica l’Amministrazione Comunale l’acquisto e la spesa di un nuovo gestionale nell’ottica del “riuso” all’interno delle PP.AA.?E come lo giustifica all’interno della politica del “contenimento dei costi”? E come lo giustifica alla luce del fatto che il gestionale in uso negli uffici del Comune era stato implementato dall’Ing. Civino, dell’Ordine degli Ingegneri di Lecce, e basato, nonché calzato sulle peculiarità e l’organizzazione del Comune stesso? Quali sono i Programmi Esecutivi di Gestione, non resi noti, al contrario di programmi e proclami? Dove sono stati spesi i soldi dei cittadini? secondo quale linea direttrice? per far fronte a quali spese? e quali sono gli obbiettivi che l’Amministrazione Comunale si pone per il futuro? Qual è, in definitiva, l’indirizzo politico-economico dell’attuale Amministrazione Comunale?

E sempre in ottica di contenimento dei costi, perchéil fondo per la premialità dei dirigenti è passato da 400 mila euro a 700 mila euro? Inoltre, le somme relative a premialità arretrate, riconosciute quali indebite dalla stessa Amministrazione Comunale pertanto bloccate, che fine hanno fatto? Alla luce dell’assunzione del nuovo Dirigente, inoltre, che senso ha mantenere le attuali convenzioni in essere presso l’Ufficio Tecnico? Anch’esse rappresentano un costo.

In questi due anni di governo, l’Amministrazione ha incrementato anche la spesa per il Contenzioso. Come può giustificarsi tale esponenziale incremento?


In un’ottica di contenimento delle spese in cui tutti gli Enti Locali sono deputati a fare la loro parte, come giustifica l’Amministrazione Comunale l’aumento verticale della spesa del 40% dai 28 milioni di euro del 2012 agli attuali 40 milioni di euro? È pacifico che l’unico modo per sostenere tale spesa, non potendo ricorrere all’indebitamento, è la tassazione.

2. Una delle strategie messe in campo da quest’Amministrazione Comunale per far fronte all’incremento della spesa è stata proprio l’inasprimento della tassazione, confermato dal fatto che il prelievo tributario procapite è passato dai 389, 60 euro del 2010 ai 589, 19 euro del 2013. Aumento decretato con la riesumazione della TOSAP e l’aumento vertiginoso del TARES. Riguardo a quest’ultimo, è bene ricordare come un consigliere di maggioranza bollò come “falso” il piano finanziario che ha determinato il tributo stesso. Al suo interno, oggettivamente, figurano voci di costo che nella realtà non sono mai state spese, ma che sono state lautamente richieste e licenziate ai e dai cittadini. Costituiscono un esempio-immagine le manutenzioni, pagate, ma mai effettuate ai mezzi per la raccolta dei rifiuti, che costituiscono altresì un grave pregiudizio alla sicurezza sul lavoro degli stessi operatori ecologici. Un altro esempio-immagine sono i cassonetti, la cui stragrande maggioranza è priva di copertura, esponendo il rifiuto alle precipitazioni atmosferiche e, bagnato, ad un peso maggiore (e quindi un costo) in sede di conferimento.Quali strategie ha deciso di mettere in campo l’Amministrazione Comunale per il rispetto dei vincoli contrattuali e delle voci di spesa inserite nel piano finanziario 2013 presentato dalla concessionaria? Anche quei costi non sostenuti costituiscono un indebito incremento della spesa. A carico dei cittadini, tutti.

Inoltre, perché, nonostante il D. L. 102/13 (pubblicato a fine agosto in G.U.) permettesse il mantenimento del regime TARSU, l’Amministrazione Comunale ha comunque insistito nel rimanere in regime TARES? Lo stesso disposto in deroga, consentiva di intervenire con fondi dal bilancio in agevolazioni ulteriori, consentendo di equilibrare il peso tributario a favore di categorie inizialmente vessate con il regime TARES. 

Perché mantenere il regime TARES quando lo stesso D. L. 102/13 è stato promosso dall’ANCI per agevolare quei Comuni, come il nostro, ancora con un appalto costituito in regime TARSU?
Del resto, la stragrande maggioranza dei Comuni pugliesi ha scelto di avvalersi della potestà offerta, in autotutela, dal D.L. 102/13.

Perché, sebbene già a novembre (a fine anno) e dopo aver speso il bilancio in dodicesimi, si è fatta la scelta di far pagare ugualmente ai cittadini quell’aumento vertiginoso nonostante il servizio fosse già stato pagato? Cosa intende fare l’Amministrazione Comunale con quel gettito che, nel nuovo bilancio, sarà probabilmente “avanzo di amministrazione”?


In CONSIDERAZIONE di tutto ciò, PROPONIAMO e CHIEDIAMO


1. CHIEDIAMO che venga redatto un Documento Programmatico per la SPENDIG REVIEW, per il contenimento della spesa corrente e della spesa per il personale.PROPONIAMO che la spesa sia ridotta del 15% ogni anno per i prossimi tre anni, rivedendo innanzitutto la spesa del personale e l’organizzazione dello stesso alla luce altresì del recente Decreto cd. “Salva Roma”. È ampiamente dimostrato, infatti, che nuovi modelli organizzatori, nonché l’uso della tecnologia, nonché la compresenza di una visione di indirizzo politico tutt’ora assente concorrono a determinare un taglio della spesa, ma contemporaneamente, a valorizzare ed efficientarel’attività della stessa Amministrazione;
2. CHIEDIAMO che, alla luce dell’avanzo determinato dalla riscossione non necessaria del saldo TARES (riscossione richiesta a spese già sostenute), sia utilizzato per 
abbassare la pressione tributaria. PROPONIAMO che l’AVANZO DI AMMINISTRAZIONE NON VINCOLATO (pari a 2.729.180, così come da consultivo) VENGA RESTITUITO AI CITTADINI, mantenendo, quindi, al minimo le addizionali comunali TASI, TARI e IMU, e che venga altresì utilizzato sotto forma di nuove agevolazioni per riequilibrare gli squilibri sociali determinati dagli errori commessi in sede di approvazione del TARES;
3. PROPONIAMO, inoltre, che il Sindaco rinunci al compenso ricevuto in qualità del suo ruolo in considerazione del fatto che riceve già una pensione e che il fondo venga poi utilizzato per garantire forme basilari di sostegno ed aiuto economico per le famiglie MARTINESI che tergiversano in uno stato di forte indigenza e stato di necessità.

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