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I ritardi di Garanzia Giovani, la truffa degli 80 euro e la scarsa valorizzazione delle risorse umane

Uno degli errori più gravi che la politica possa commettere è quello di creare giovani disillusi a cui tarpare le ali per volare gettando via ogni loro sogno e o speranza nel futuro. Per IdeaLista la questione del lavoro deve essere al centro dell’agenda politica, con azioni adeguate per quanto riguarda l’occupazione giovanile. I ritardi nei pagamenti del programma “Garanzia Giovani” sono qualcosa di inaccettabile, molti giovani attendono ancora il proprio compenso dall’INPS. Una vergogna tutta italiana che rende il lavoro dei nostri giovani qualcosa di secondario, quando invece dovrebbe essere il contrario.

Garanzia Giovani è il programma di matrice europea contro la disoccupazione giovanile a cui hanno aderito oltre mezzo milione di ragazzi italiani. In Italia per il progetto sono stati stanziati 1 miliardo e mezzo di euro per il biennio 2014-2015, non si tratta di cifre altissime, né di uno stipendio vero e proprio, ma per giovani che non svolgono altre attività lavorative possono fare la differenza. Di chi è la colpa di questi inaccettabili ritardi nei pagamenti e nell'attuazione del programma? Il punto è che i soldi ci sono, ma solo virtualmente.

Poi c’è la truffa degli 80 euro che il Governo centrale ha messo a disposizione sulle buste paga. Alcuni media nazionali continuano a rimarcare la storia degli 80 euro come una grande trovata del nostro Premier. È chiaro che si tratta, invece, di una spesa dello Stato, le aliquote fiscali sono rimaste quelle precedenti, così come è evidente che si tratta di una spesa aggiuntiva dello Stato, e – quindi – come tutte le spese deve avere la copertura. L’Istat ha detto in diverse occasioni che la pressione fiscale è aumentata ed è aumentato anche il debito pubblico, basti guardare la busta paga del mese dicembre, in cui tutto quello che il Governo aveva dato ai lavoratori con gli 80 euro se l’è ripreso con un unico colpo di mano.

Per non parlare del cattivo funzionamento degli uffici di collocamento del territorio. A Martina Franca la struttura non funziona, è slegata dal contatto con i cittadini e con lavoratori, è lontana dal rispondere alle esigenze delle imprese, quando invece sarebbe opportuno fare sistema. Non si possono trattare i lavoratori come fossero dei numeri, serve valorizzare le risorse umane, accrescerne i saperi, sia del fare che della conoscenza, attribuire valore alle persone per generare valore aggiunto ai prodotti e ai servizi. Reddito, lavoro, risorse umane e impresa devono viaggiare sullo stesso binario, non devono essere in contrasto. Questa è la sfida che la politica, anche quella degli Enti locali, deve saper cogliere. È questa la sfida che lancia IdeaLista.

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