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La fotografia attuale di Martina Franca ci restituisce l’immagine di una città in profonda sofferenza sotto diversi fronti.

La sofferenza della gente che in questa città ci lavora e vuole ancora investire. Una burocrazia scoraggiante, incertezza normativa e nessuna visione di sviluppo di un territorio ancora alla ricerca di una vera vocazione economica, dopo il progressivo calo dell’industria manifatturiera. Uno sviluppo economico che stenta a decollare in cui l’Amministrazione comunale è chiamata a dare un contributo che colpevolmente tarda ad arrivare. Ritardi nel rilascio dei permessi e incertezze urbanistiche che costringono i nostri imprenditori, i nostri operatori turistici e persino le nostre associazioni ad abbandonare questa terra per trasferirsi altrove dove la politica è in grado di costruire un terreno molto più fertile e disponibile. Un ufficio tecnico comunale che non funziona e su cui più volte abbiamo chiesto a questa Amministrazione di intervenire, senza ottenere alcun riscontro. Oggi finalmente pare che anche parte della maggioranza al governo della città abbia capito, con molto ritardo, quanto grave sia questa situazione.

Tutti ricorderanno la polemica nata esattamente un anno fa quando i tecnici e gli ordini professionali alzarono la voce lamentando tutta una serie di problemi affrontati giornalmente e denunciati da mesi, per i quali non vi è stato alcun intervento da parte dell’Amministrazione comunale. I tecnici lamentarono lentezza nel rilascio dei permessi da parte degli uffici comunali e richieste assurde e discrezionali. Il sindaco Ancona, invece di ascoltarli e porre rimedio, gli additò come i principali responsabili di queste criticità. Queste gravissime dichiarazioni furono avallate dall’intera maggioranza che oggi, invece, si accorge di quanto fossero fondate le lamentele degli addetti ai lavori.

Non possiamo non denunciare i lunghi tempi di attesa dell’Ufficio Tecnico, dovuti anche al fatto che i tecnici e dipendenti dell’Ufficio sono impegnati su altri fronti. Ciò, inevitabilmente, toglie tempo e risorse al vero compito dell’Ufficio Tecnico, cioè rispondere in tempi brevi alle varie segnalazioni e richieste dei cittadini che vogliono realizzare qualsivoglia intervento edilizio. Vogliamo ricordare che l’Ufficio Tecnico è l’unico settore che genera profitto per il Comune, attraverso oneri di urbanizzazione e tasse, ma solo dopo aver emesso un servizio; quindi più si è celeri nello svolgere le varie attività e più beneficio traggono le casse comunali. Per non parlare poi del guadagno di tempo e denaro per il cittadino. Proprio per questa ragione nel 2016 IdeaLista presentò in Consiglio Comunale una delibera sulla divisione dell’Ufficio Tecnico in tre rami:

  • l’Edilizia Privata: per svolgere tutte le funzioni che riguardano le richieste dei privati cittadini;
  • la Pianificazione Territoriale e Edilità: svolgere tutte quelle attività per la pianificazione territoriale, nonché la gestione e l’aggiornamento dei vari piani amministrativi;
  • la Gestione del Patrimonio Edilizio: per espletare le relative funzioni per il censimento, la tutela, la manutenzione e la valorizzazione dell’immenso patrimonio immobiliare di Martina.

Con una tale suddivisione dei compiti e delle funzioni l’attività dell’edilizia privata sarebbe stata sicuramente più veloce, ne avrebbe guadagnato di più il Comune e, guadagnando di più il Comune, si sarebbe potuto anche diminuire le tasse comunali.

Sono numerose le imprese che in questi mesi hanno deciso di andare via da Martina Franca, con inevitabili danni economici per la nostra città e gravi ripercussioni sotto il profilo occupazionale. Il tutto a discapito di coloro che a parole sostengono la necessità di offrire nuove opportunità ai nostri giovani e alle famiglie, ma che poi nei fatti agiscono in maniera del tutto opposta.

Poi c’è anche la sofferenza della gente che in questa città ha scelto di continuare a vivere. Salutiamo con grande soddisfazione l’avvio di alcuni cantieri, già programmati da tempo e su cui in passato, altre Amministrazioni di centrosinistra si erano fermamente opposte, alzando barricate e avvalendosi di quelle associazioni, soprattutto ambientaliste, che strizzano l’occhio alla sinistra e che finalmente oggi hanno cambiato idea, scomparendo del tutto dalla scena politica da circa 7 anni, ovvero dall’insediamento della prima Amministrazione Ancona. Significa che la nostra progettazione evidentemente non era così sbagliata, come qualcuno voleva fare intendere. Con questa lettera si intende ringraziare il consigliere regionale, Donato Pentassuglia, per l’impegno profuso nel recuperare quei finanziamenti che i Governi centrali di centrosinistra avevano deciso di togliere dall’agenda delle opere, cancellando il lavoro costruito da altri. Basti pensare al parcheggio di via Bellini, per cui l’allora assessore Ancona (oggi sindaco) ricorderà l’origine dell’iter amministrativo avviato negli anni ’90. A Pentassuglia, al sindaco e alla sua Giunta, però, non possiamo non evidenziare il pessimo lavoro di programmazione nella calendarizzazione delle opere che hanno reso in questi ultimi mesi la città del tutto invivibile, bloccando la viabilità e danneggiando numerose attività commerciali. Danni alle persone e alle imprese, oltre che gravi ripercussioni sui flussi turistici e dei visitatori stranieri che potevano essere evitati stabilendo un cronoprogramma delle opere, seppur necessarie da realizzarsi. Situazione emblematica è quella relativa al cantiere di via De Gasperi che ha portato al blocco per oltre un anno della circonvallazione cittadina che costituisce una delle arterie principali di viabilità urbana. Ritardi nella consegna dei lavori sulla Sp 58, per non parlare della rotatoria nei pressi di Cantine Di Marco, sull’inopportunità della scelta temporale, oltre che sulla cattiva gestione del cantiere posto all’ingresso del centro urbano lungo l’asta di penetrazione che da Locorotondo arriva a Martina Franca (tanto per fare un esempio neppure il ponte Morandi di Genova necessita di una così lunga tempistica di realizzazione) . In tutto questo contesto di caos si è persino scelto di dare contemporaneamente avvio ai lavori di nuova bitumazione lungo l’extramurale, nei giorni in cui era in corso il Festival della Valle d’Itria, così come nei giorni delle celebrazioni della festa della Madonna del Carmine, contribuendo a bloccare la circolazione urbana che, nelle giornate del mercoledì in cui si svolge il mercato settimanale, significa paralizzare del tutto il traffico. Tutto questo ha portato delle inevitabili ripercussioni sui flussi turistici, soprattutto nei visitatori forestieri che hanno scelto nelle scorse settimane di trascorrere qualche ora in Valle d’Itria a Martina Franca.

A chi addebitare queste responsabilità e tutti i relativi danni economici che si sono venuti a creare in questi mesi?

Ci appare abbastanza inutile evidenziare la bontà dell’iniziativa legata all’avvio di queste opere in questione, così come già evidenziato, la maggior parte delle quali attese da tempo. Ma quanto è costata alla collettività la scelta scellerata di dare avvio a queste opere tutte nello stesso momento. Opere che qualcuno in passato ha voluto deliberatamente tenere bloccate e che ora, tutto d’un tratto, sono state sbloccate in questo particolare momento storico. Il prezzo che stanno pagando imprese, commercianti e albergatori è molto alto e non si potrà più recuperare se non sperando nel prossimo futuro.

I recenti sviluppi legati ai ritardi sull’approvazione del Piano urbanistico sono la diretta conseguenza di un governo della città del tutto assente, come assente è la programmazione e la capacità di gestire i processi, soprattutto quelli complessi come il Pug. Impreparazione e inesperienza che non possono costituire un alibi per chi è stato chiamato a governare una città.

Nell'anno in cui la politica nazionale ci insegna che anche nella settimana di ferragosto è possibile far cadere un Governo, anche Martina Franca non si è fatta mancare il proprio caso politico con l'assessore all'urbanistica finito al banco degli imputati. Ma a Martina Franca una sfiducia all’assessore all’urbanistica significa una sfiducia al sindaco, ovvero il capo di un’Amministrazione che nell’urbanistica non solo ha fallito nel PUG, ma che ha fallito anche nella Rigenerazione urbana.

Il PUG è lo strumento che fotografa la città nel presente e la proietta nel futuro, dovrebbe quindi essere il cavallo di battaglia del Sindaco che propone ai propri cittadini una visione a breve e lungo termine della città, ma puntualmente si trasforma per Ancona in un cavallo di Troia, nonostante non ci sia stato nessun ostacolo posto da parte delle opposizioni. Se al posto di questa Amministrazione di centrosinistra ce ne fosse stata un’altra non osiamo neppure immaginare cosa sarebbe accaduto, con la solita levata di scudi da parte di quelle associazioni già citate e che da 7 anni sono scomparse dal tavolo della discussione politica.

Il rimpallo delle responsabilità mette a nudo in realtà un metodo, quello dell'attuale Sindaco, di gestire nelle chiuse stanze un procedimento che dovrebbe eccellere per trasparenza e condivisione. Non bastano un paio di incontri pubblici, la cittadinanza va preparata ad affrontare un tema così complesso, va istruita e guidata esattamente come a fatica si cerca di fare con la raccolta differenziata. La redazione del Piano Urbanistico dovrebbe essere celebrata come un giorno di festa per la città, perché si decide di darsi finalmente regole certe, di stabilire cosa è possibile e in che modo realizzare nel proprio territorio per dare risposte certe e rapide al cittadino e all'imprenditore. Invece diventa di colpo per Martina Franca un procedimento oscuro e ingarbugliato, dove non si capisce bene chi fa che cosa. Ma, come si accennava, non è l'unica operazione urbanistica targata da Ancona ad avere, per così dire, futuro incerto. Andando a memoria rispolveriamo la Rigenerazione urbana, il PIP per le aree industriali, il PEEP per le residenze sociali, tutti procedimenti avviati ma finiti tutti puntualmente nelle sabbie mobili.

Questa Amministrazione comunale non ha mai avuto una visione per lo sviluppo socio-economico della nostra città. Siamo preoccupati per la scarsa trasparenza legata al procedimento. In primo luogo è chiaro che il PUG è stato redatto da tecnici che non conoscono il nostro vasto e complesso territorio: non si comprende con quali criteri Martina sia stata suddivisa in contesti urbani e rurali dei quali non si conoscono le caratteristiche e la destinazione; non ci si è posti il problema di studiare la storia della nostra città, al fine di comprenderne approfonditamente l’evoluzione.

Inoltre, sono parecchie le lacune del nuovo Piano, in merito al grave problema idrogeologico, ad esempio, si è semplicemente copiato il Piano paesaggistico, senza approfondire le zone realmente interessate da questa criticità. Ciò genererà inevitabilmente diversi gravi problemi, come la situazione del nuovo distretto socio-sanitario che si vuole realizzare in un’area ad alto rischio idrico e idrogeologico.

Non è stato considerato il problema della mobilità. Questa può essere un’occasione per realizzare una nuova mobilità a Martina, una mobilità fluida ed ecosostenibile. Nulla è stato previsto per il nostro centro storico. Un gioiello che ci invidiano in tutta Italia e che non si vuole valorizzare. Servono interventi e incentivi che invoglino i ragazzi ad aprire nuove attività e a incentivare le residenze nel borgo antico.

Inoltre si vuole trasformare la Valle d’Itria in un museo. Non sarà possibile né intervenire per poter recuperare l’enorme patrimonio edilizio rurale, né porre rimedio ai cattivi interventi che si sono realizzati nel tempo, anche a causa di norme troppo restrittive che hanno generato l’effetto opposto a quello sperato. Si vuole perseverare nell’errore fatto dal Piano Paesaggistico che ha messo in ginocchio l’edilizia, pensando che tutta l’edilizia sia speculazione, quando non è così se si lasciano lavorare i nostri tecnici e le nostre maestranze.

Ci rendiamo conto che la Politica è assente in questo momento storico per la nostra città, tutto è demandato ai dirigenti e agli uffici. L’Amministrazione, che dovrebbe dare gli indirizzi politici, condivisibili o meno, è mancante. Se non si pianifica il futuro socio-economico della nostra città, ed il PUG è lo strumento giusto per farlo, Martina è destinata a diventare un semplice paesino di provincia, dopo gli anni lontani in cui era considerata una delle città più importanti del Meridione.

In tutti questi anni abbiamo chiesto anche una maggiore valorizzazione delle eccellenze presenti nel nostro ospedale della Valle d’Itria. Sono le inefficienze, infatti, che ammazzano le eccellenze. Abbiamo riportato pubblicamente diverse segnalazioni che ci sono state fatte pervenire, che rimettono al centro della discussione il tema delle prestazioni ospedaliere di eccellenza, legate anche all’adeguata preparazione del personale. Nei mesi scorsi si ricorderà che una parte di personale martinese del reparto di Chirurgia, molto preparato e qualificato, era stato trasferito in altra sede. Per costoro IdeaLista auspica un immediato rientro a Martina Franca.

Altre segnalazioni riguardano il funzionamento della Farmacia, coinvolta nei disagi causati dai lavori in corso al nosocomio martinese, e rimasta orfana del dirigente del reparto. Nella Farmacia, infatti, il personale è costretto a lavorare in situazioni critiche e precarie e senza le strumentazioni tecnologiche adeguate a fornire un servizio efficiente.

Abbiamo evidenziato più volte necessità di tutelare questo fondamentale presidio sanitario con un bacino di utenza che copre, oltre al territorio di Martina Franca, anche la popolazione a cavallo nei tre territori provinciali di Taranto, Bari e Brindisi.

I temi del lavoro, dell’occupazione e dello sviluppo sono spariti a tutti i livelli dei della discussione politica. La crisi delle imprese di confezioni di Martina Franca non accenna a diminuire e nessun miglioramento si sta registrando sul fronte dei livelli occupazionali in città. Anche il settore dell’edilizia è in forte sofferenza, in attesa che il Piano urbanistico possa trovare finalmente la luce dopo anni di attesa. Reggono solo le imprese legate alla verticalizzazione e alla commercializzazione, assieme alle imprese legate ai servizi.

All’Amministrazione comunale di Martina Franca chiediamo di lavorare sulle politiche legate allo sviluppo economico e maggiori attenzioni al miglioramento della zona industriale, anche attraverso il coinvolgimento diretto degli stessi imprenditori e delle rappresentanze dei lavoratori.

La Politica per noi è la ricerca della soluzione ai problemi di ogni giorno, ma soprattutto la costruzione di una visione di sviluppo continuo per il futuro nostro e dei nostri figli. Per queste ragioni abbiamo sempre messo al centro il programma politico e la discussione.

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