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La scelta di come votare al referendum è sempre personale ma la voglia di tutelare le nostre coste deve essere prioritaria

Un governo che si dice vicino agli italiani non convocherebbe un referendum che pone questo quesito: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”.

Il quesito riguarda, quindi, solo la durata delle trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa, e non riguarda le attività petrolifere sulla terraferma, né quelle in mare che si trovano a una distanza superiore alle 12 miglia dalla costa (22,2 chilometri). Il referendum si terrà nel mese di aprile, scorporato dalle elezioni amministrative che si terranno, in diversi comuni, nel mese di giugno. Spese inutili che si possono risparmiare.

La dice lunga questa scelta inopportuna, un referendum che va contro le lobby che vanno sotto braccio all'attuale governo, dev'essere per forza affossato. Un silenzio che viene da quasi tutte le parti. Lodevole l'impegno dei comitati spontanei che vogliono tutelare il nostro ambiente.

Noi diciamo innanzitutto di recarsi alle urne, citando Gaber diciamo che la “libertà è partecipazione” poi la scelta di come votare è sempre personale ma la voglia di tutelare le nostre coste frutto del nostro turismo deve essere prioritaria.

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